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Capitolo XXII
Era il tempo in cui andavano scoprendosi, raccontandosi le loro vite, interrogandosi.
-E ti sentivi solo?
-Mi mancavi tu.
-Ma solo rispetto al resto del mondo?
-No.Perche'? Avevo sempre qualcosa da fare con altra gente: ho colto la frutta,ho potato,ho studiato filosofia con l Abate,mi sono battuto coi pirati. Non è cosi' per tutti?
-Tu solo sei cosi',percio' ti amo.
Ma il Barone non aveva ancora ben capito cos'era che Viola accettava di lui e cosa no. Alle volte bastava un nonnulla , una parola o un accento di lui a far prorompere l' ira della Marchesa.
Lui per esempio: -Con Gian dei Brughi leggevo romanzi, col Cavagliere facevo progetti idraulici...
-E con me?...
-Con te faccio l'amore . Come la potatura,la frutta...
Lei taceva,immobile.Subito Cosimo s'accorgeva d'aver scatenato la sua ira:gli occhi le erano improvvisamente diventati di ghiaccio.
-Perche',cosa c'è Viola,cos'ho detto?
Lei era distante come non lo vedesse ne' sentisse,a cento miglia da lui,marmorea in viso.
-Ma no,Viola,cosa c'è,perche',senti...
Viola s'alzava ed agile,senza bisogno di aiuto,si metteva a scendere dall'albero.
Cosimo non aveva ancora capito qual era stato il suo errore,non era riuscito a pensarci,forse preferiva non pensarci affatto,non capirlo,per proclamare meglio la sua innocenza:-Ma no,non m'avrai capito,Viola senti...
La seguiva fin sul palco piu' basso:-Viola,non te ne andare,non cosai',Viola...
Lei ora parlava ,ma al cavallo,che aveva raggiunto e slegava ;montava in sella e via.
Cosimo cominciava a disperarsi , a saltare da un albero all'altro.-No,Viola , dimmi , Viola!
Lei era galoppata via .Lui per i rami l'inseguiva:
-Ti supplico,Viola,io ti amo!-ma non la vedeva piu'.Si buttava sui rami incerti,con balzi rischiosi.
-Viola!Viola!
Quand'era ormai sicuro d' averla persa , e non poteva frenare i singhiozzi,eccola che ripassava a trotto , senza levar lo sgurado.
-Guarda!Guarda,Viola,cosa faccio!-e prendeva a testate contro il tronco,a capo nudo(che aveva,per la verita',durissimo).
Lei nemmeno lo guardava.Era gia' lontana.
Cosimo aspettava che tornasse, a zig-zag tra gli alberi.-Viola!Sono disperato!.e si buttava riverso nel vuoto,a testa in giu',tenendosi con le gambe a un ramo e tempentandosi di pugni a capo e viso.
MAi pero' minaccio' di uccidersi,anzi,non minaccio' mai nulla,i ricatti del sentimento non erano da lui.
A un certo punto Donna Viola,imprevedibilmente com' era entrata nell' ira ne usciva.
Di tutte le follie di Cosimo che pareva non l'avessero sfirata,una repentinamente l ' accendeva di pieta'e d'amore.
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