giovedì 20 agosto 2009

Me ne stavo seduto in soggiorno
fumavo una sigaretta, di qll che servono per pensare meglio.
Presi una pizza
scaldai il forno
facendo attenzione a non fare casino
come solito succede.
Dopo una mezz ora mi ritrovai a trangugiare
qll cosa che prima era surgelata.
La tv mi teneva compagnia
mi accompagnava in quel rito
divenuto ormai un modo
per sentirsi soli.
Una di qll cose che ricordano
dove sei , cosa fai.
La tv mi obbligava a vedere un telefilm
che nn si capisce da dove viene.
Da un certo periodo
la tv è diventata tabu'.
Essa è divenuta per me
una pigrizia dell uomo moderno.
Nn penso a cio' che voglio
facciamo che gli altri pensano a qll che vorrei
magari.
A magari
stuzzicare cose che
forse nn pensavi di volere.
Dopo la mia riflessione
della durata della pubblicita'
Ascolto il telefilm
e per dimenticare
la realta'
che ormai
vedo cm
un oblio incomprensibile
di me stesso,
scrivo una poesia su un foglio
di carta.
la poesia dice:

I colori accendono il mondo
le ombre parlano di noi.
solo cn la mia ombra
faccio domande
pretendendo una risposta
qualsiasi risposta.
Mi soffermo e chiedo a lei
un occasione.
Ogni tanto il mondo si colora di altri colori
a volte nero
avolte blu.
Levo d dosso il sudore
piu aspro di me
e ingigantisco
il mio riflesso nella
luce della mia ombra.
Dove sei
mio piccolo . . .
Io

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